Chi siamo

Nata nel 2001 in una sperduta landa piadofona, la Lega Fantabasagna è una libera associazione di menti ignoranti che resiste negli anni nonostante le convivenze, le figliolanze, i cambi di lavoro e le aperture di punti di ristoro. Gente con un sistema di valori alterato, priva della malizia necessaria per vivere una vita equilibrata, che si ostina a credere che il tempo sia una successione di formazioni date e ricevute, di telecronache e trofei, esultanze e bestemmie. Soprattutto, che ancora crede in alcuni aspetti nel gioco del pallone: quelli indispensabili a far funzionare un fantacampionato.

ASTON VIGNA – DIEGO CIPRIANI

Nella vita si occupa di grafica, ed è residente in una delle isole felici del calcio italiano, quelle ricche cittadine del nord capaci di fare 10mila abbonati senza partecipare né alla serie A, né alla B. Verrebbe da dire “come la squadra del suo cuore, non vince mai”, ma il Verona uno scudetto l’ha vinto. Vive in una realtà fantacalcistica parallela, nella quale Figueroa e Papa Waigo sono fortissimi e Tissone e Ferreira Pinto prendono degli 8; non ditegli la verità, probabilmente non è ancora pronto.

BRIGADA BAILADA – IVO MODESTI

Da ormai un decennio educatore in psichiatria, se potessero pagarlo per il tifo milanista guadagnerebbe molto di più. Si è dato negli ultimi anni una vita sentimentale stabile, nel senso che ha coinvolto nelle domeniche davanti a sky la sua compagna che si è resa conto troppo tardi di ciò a cui andava incontro. Ha vinto un fantacampionato quando Shevchenko era ancora un calciatore, un evento perciò considerevolmente datato: anche perchè non riesce ad esimersi dall’acquistare una media di 8 milanisti a stagione.

DEPORTIVO SOCIA&SPUDA – ANDREA “l’eddie” BOMBARDI

Entrato nella confraternita solo da qualche anno, non si è mai compreso quanto consapevolmente. È un architetto di formazione e professione, ma si è di recente buttato nel business della ristorazione. Ha trascorso i primi campionati acquistando solo giocatori dei quali ricordava i nomi dall’adolescenza (oppure i loro fratelli, ovviamente omonimi), e poiché non ha più 22 anni è sempre retrocesso. Atteso a un clamoroso riscatto nella stagione 2008/2009, nella quale per la prima volta ha fatto un fantamercato da protagonista.

FANTAFUTBOL MAGHUGAS – MARCO “ROUGE” RUGGERI

Storico compagno nella vita professionale del Bombardi, come lui è entrato in Fantabasagna in occasione del passaggio a 10 squadre. Su quest’uomo si sono sempre addensate misteriose aspettative fantacalcistiche, tradizionalmente deluse a fine campionato con l’eccezione dell’ultimo, nel quale per la prima volta è riuscito a non retrocedere. Paga come altri un eccessivo fantattaccamento alla squadra del cuore, della quale ha acquisito negli anni praticamente tutti salvo Mozzini e Claudio Sala.

FC INVERTITI – ROBERTO MALPEZZI

Il duro dal cuore tenero della Fantabasagna, anch’egli educatore in psichiatria, già calciatore in categorie infinitesimali con risultati ortopedici (per gli avversari), eppure padre misteriosamente amorevole. Ha vinto due fantascudetti e una coppa, possessore pertanto di un indiscutibile pedigree che ricaccia indietro le ingiuste accuse fantajuventinità reiterata. Nel senso che è vero, ma con la squadra per cui tifa se lo può permettere.

LOKOMOTIV CICCIO – SIMONE GRADASSI

Campione in carica, anche lui fa parte del nucleo iniziale dei provenenti dalle comunità psichiatiche, pur essendo negli anni passato a distribuire la sua saggezza infermieristica in ambito statale. È da considerarsi il più titolato: oltre a numerosi piazzamenti al vertice, vanta due titoli e una coppa, ma in più non è mai stato sfiorato dall’onta della retrocessione. Potremmo per questo definirlo l’Inter della Fantabasagna, ma lui probabilmente non sarebbe d’accordo.

AS MACODO – DAVIDE STRADAROLI

Presidente di Lega, nonostante sia stato negli anni accusato di qualunque tipo di malgoverno approfitta delle divisioni e dell’inettitudine dell’opposizione per restare al potere: in questo ci ricorda altri pelati, più piccoli e disonesti di lui. Nella cosiddetta vita reale si occupa di tante cose, ma pare principalmente di vino. Campione di lega nel 2003 con il nome di Pantani Boys, è atteso per questa stagione a un buon campionato che avrebbe potuto essere ottimo se solo si fosse posto seriamente il problema dei rincalzi.

MINERS – MARIO VAGNONI

La sua ascolanità è la sua forza e la sua debolezza: ne determina una certa tendenza a vedersi il mondo contro, ma gli dà l’energia per combattere per ciò in cui crede (concetto un tempo sintetizzato con la singola parola passiatore ). Oscilla a intervalli regolari fra la professione libera e quella dipendente, molto deciso invece in una vita privata nella quale ha scelto la data del matrimonio con alcuni lustri di anticipo (noto anche il nome del primo erede, Costantino Rozzi Vagnoni). Ha vinto un titolo della Fantabasagna, in barba a tutte le logiche di questo gioco e principalmente in virtù di uno scambio a poche giornate dalla fine per il quale è stato accusato di circonvenzione di incapace. Vero Rouge?

AFC PIANGERELLESE – GIGI FRASSANITO

Forse il più inquietante caso umano della lega, non si capisce bene che lavoro faccia (ma non è un cuoco), non se ne conoscono stabili relazioni con l’altro sesso (secondo i più maligni, non se ne conoscono neppure di instabili), ed è stato calcolato che occupa l’87% del suo tempo (fisiologia di base inclusa) in faccende fantacalcistiche. Una percentuale che ha drasticamente ridotto negli ultimi tempi. Cionondimeno, riesce unicamente a portare a casa delle coppe, rimanendo il titolo assoluto una irraggiungibile chimera.

VIGOR PAULENSE – CRISTIAN FABBRI

Non si tratta di un refuso: nelle terre della Romagna interna, l’acca nel nome è considerata un segno irrimediabile di snobismo. Una accusa che sarebbe davvero improprio affibbiare al nostro, consulente in agricoltura, titolare di una moglie (l’unico, ancora per qualche mese) e di una figlia che ha voluto chiamare come la sua fantasquadra: Paola, diminutivo di Vigor Paulense. È un altro privo di titoli, neppure una coppa in verità, a causa della sua sconcertante tendenza a dare la precedenza alla vita reale (lavoro, famiglia, quella roba lì.). Pronosticato per questo tutti gli anni come sicuro retrocesso, riesce comunque a togliersi delle piccole soddisfazioni: per quest’anno, quella di sputare in entrambi gli occhi di chi aveva dato Squizzi, Ariatti e Di Vaio come irrimediabili panchinari.